Al limite orientale della Brianza lecchese, Paderno d’Adda, che il fiume separa dalla bergamasca, confina con la provincia di Monza – Brianza. E’ all’interno del Parco Adda Nord.
Le vicende storiche ed economiche che la comunità padernese condivide con quelle dell’intera area milanese fra Adda e Lambro, sono caratterizzate, attraverso i secoli, dalla vicinanza alla città e dal dover vivere dell’agricoltura di una terra povera, sui primi rilievi morfologici tra la pianura asciutta e la zona collinare alluvionale. L’abitato di Paderno, che compare in alcuni atti di cessione di terreni sul finire del primo millennio, presenta ancora oggi la propria interessante antica configurazione planimetrica . Il confronto dell’odierno con le documentazioni dei catasti storici mostra, infatti, come sia rimasta inalterata la struttura viaria e la tipologia abitativa di origini medievali, le corti si allineano, addossate l’una all’altra su un percorso principale.
Come in quasi tutti i centri abitati della Brianza anche a Paderno, già presenti nel catasto teresiano, si inseriscono alcune ville, con propri giardini, mentre all’esterno del nucleo abitato, presenti a partire dal seicento, per una più razionale cultura dei fondi, e ben visibili oggi, sono le cascine isolate, dove si coltivavano grano, vite, granoturco, gelso e allevamento del baco da seta. Di notevole interesse architettonico sono anche le due cascine “moderne” Maria e Assunta, costruite a fine ottocento, oggi perfettamente restaurate e ristrutturate. Di pregio è la Chiesa Parrocchiale, di origine antichissima, sulla strada per Robbiate, ci presenta un’elegante facciata realizzata sul disegno (1799) dell’architetto Carlo Amati. All’interno ha un elegante altare settecentesco in marmi policromi e conserva dipinti di pregio e di interesse storico quali una tela di Giuseppe Bertini (1825-1898) ed una della Madonna Addolorata, già posta nella chiesetta dedicata alla Vergine all’incile del Naviglio.
Il tratto dell’Adda in territorio di Paderno è uno dei più suggestivi del medio corso del fiume che scorre incassato a più di 80 metri dal piano di campagna. A Paderno d’Adda si trova il famoso Ponte di Paderno o Ponte San Michele. Fu costruito tra il 1887 e il 1889 dalla Società Nazionale Officine di Savigliano di Cuneo, sotto la direzione dell’ingegnere svizzero Julius Rothlisberger (1851-1911). Il ponte è lungo 266 m ed è sostenuto da nove appoggi, che reggono un’arcata metallica di 150 m di corda e 37,50 di freccia. Nella travata interna del viadotto passa la ferrovia , sulla parte superiore c’è la strada destinata al traffico leggero. L’altezza sul fiume è di circa 85 metri.
Con la realizzazione del Naviglio di Paderno (1777) si completò, dopo oltre due secoli di tentativi infruttuosi, di rinvii la Via navigabile dell’Adda che congiungeva Milano ed il lago di Como. Il canale, in un ambiente selvaggio e tormentato, consentiva il superamento delle rapide con le quali, su un tratto di 3 chilometri, il fiume supera un dislivello di 26 metri, in quel “canyon” dell’Adda presente nelle opere pittoriche e negli studi di Leonardo da Vinci.
Con l’impianto idroelettrico (1895-1900), il nome di Paderno d’Adda entra nella storia del progresso tecnico del mondo intero, perché fu con la sua realizzazione ed il primo grande trasporto di energia elettrica a distanza, dalla Centrale Bertini di Paderno d’Adda a Milano, che prese avvio la Rivoluzione Industriale Italiana e l’industria elettrica.
Pagina aggiornata il 12/04/2023